La vita dei nostri figli, dei nostri alunni si divide fra online e offline, due mondi distinti, con proprie regole, logiche, caratteristiche e comportamenti. Le ricerche dicono che passano molte ore della loro giornata davanti uno schermo, ossia fuori dal mondo originario che è stato ribattezzato offline, quasi a porsi in secondo livello rispetto all’online.
Questa relazione costante con gli schermi e con una realtà traslata su un nuovo piano, ha prodotto anche lo spostamento online di problematiche sociali come il bullismo, che si è sempre di più trasformato in “cyber” negli ultimi anni, creando una vera e propria emergenza educativa, in cui scuola e famiglia svolgono un ruolo fondamentale.
L’occasione per riflettere sulla funzione della scuola in un processo di prevenzione dei casi di bullismo e cyberbullismo è arrivata grazie a una serie d’incontri formativi, promossi dai CTS della Calabria. I Centri Territoriali di Supporto, istituiti dal Miur e attivi in ogni provincia, sono collocati in scuole polo e svolgono compiti di collegamento tra scuola e famiglie, negli ambiti delle difficoltà di apprendimento, disabilità e bisogni speciali, e da quest’anno hanno ricevuto anche una delega ad occuparsi di bullismo e cyberbullismo.
Da qualche tempo, dentro il Metodo Scuola Ludens, con le Lezioni di Reale e Virtuale, ho iniziato un percorso di riflessione sull’importanza del rapporto tra identità, consapevolezza di se stessi e apprendimento. Esperienza sul campo, incontri con autori come Luigi Ballerini, che è anche psicanalista ed esperto di cyberbullismo, attività ludiche e il percorso dei giochi allenamente, hanno messo in evidenza una forte relazione tra il contesto di relazione creato in classe e la prevenzione di azioni di bullismo, sia in presenza che in rete.
É senza dubbio ormai necessario avere un approccio trasversale e multidisciplinare, per riuscire a contrastare i fenomeni di violenza fisica e psicologica, che sono decisamente aumentati negli ultimi anni. La funzione del gioco, sia in termini di simulazione, che in termini di allenamento del cervello rispetto alla ricerca di soluzioni alternative per affrontare situazioni di conflitto, assume un ruolo fondamentale e di grande supporto, a chi, educatore, insegnante, genitore si trova a gestire momenti spesso non facili.
La traccia che seguo, sia durante gli incontri di formazione con adulti, che con i ragazzi, affronta un percorso che prevede degli step ben precisi:
Identità e fascino virtuale
Cellulare in tasca nello zaino, frequentazione dei social network, navigazione libera in rete.
Il successo di Facebook nei bambini e nei ragazzi soddisfa un bisogno primario?
Cyberbullismo e Linguaggi multimediali
Sempre più spesso i soprusi succedono anche nello spazio virtuale dei media digitali, riflessioni e spunti di lavoro.
Comunicare via chat e messaggi, un nuovo modo di scrivere. Forma, gioco, scrittura, verso una Media Education consapevole.
Gamification e AllenaMente per il cervello
Come il gioco può diventare una ricchezza e un alleato per l’educazione dei più giovani. Idee per stimolare il cervello attraverso il gioco, tra digitale e analogico.
I tre livelli s’intrecciano continuamente, e in ogni caso prevedono una metodologia ludico-animativa. Si è guidati dal principio della coeducazione, che non comprota ricette predefinite, ma strumenti adeguati per raggiungere gli obiettivi.
Tra educazione alla gestione dei conflitti e un percorso maieutico creativo, i ragazzi diventano il centro del percorso educativo e di relazione. Ogni argomento è sviluppato utilizzando strumenti che possano allo stesso tempo fornire informazioni agli educatori e rendere i ragazzi più aperti alle relazioni.
L’educazione alla lettura, alla narrazione, al gioco ci fa ancora una volta entrare in un luogo protetto, in cui i ragazzi possono traslare la propria esperienza su una storia, un momento ludico, che rende la “simulazione virtuale” analogica.
Usare i giochi allenamente per contrastare i cyberbullismo significa creare esperienze ludiche in presenza per poi trasferirle online, ed essere più attenti alle proprie azioni, anche disponibili, se necessario a chiedere aiuto a un adulto.
Tre sono le parole chiave, che sono venute fuori con forza dagli incontri con ragazzi e adulti: Autorevolezza, Autostima, Consapevolezza.
Tre elementi che sono fondamentali per la vita di un ragazzo, a prescindere dalla situazione, che rendono quasi circolare il nostro approccio.
DUE IDEE PER INIZIARE
Una delle attività che i ragazzi amano di più è il cerchi del racconto, che li vede posizionati a coppie in due cerchi concentrici, con il conduttore che prima legge un brano o un breve racconto da un libro e successivamente invita le coppie a parlare di un argomento legato a ciò che hanno ascoltato, ma solo per due minuti. Poi si cambiano e coppie, si legge un nuovo brano e si va avanti per almeno altri cinque turni. Questo cambio continuo di relazione, di argomenti, di punti di vista provoca nei ragazzi una maggiore empatia e capacità di ascolto.
Anche un semplice gioco sul pensiero laterale come quello del Picnic che trovate qui, è diventato un uno strumento operativo per riflettere con i ragazzi in modo metaforico, sia sul significato degli errori che, sopratutto, sulla ricerca di soluzioni alternative per uno stesso problema, condizione che ritengo fondamentale nei percorsi educativi con i ragazzi. Una sorta di problem soling strategico personale, applicato alla vita quotidiana e allenato attraverso il gioco, che in qualche modo ci prepara a non bloccarci dinanzi a una situazione negativa, come un attacco di cyber/bullo, ma a cercare un modo per rispondere, sapendo bene che una soluzione che risolve il problema la si può sempre trovare.
Queste riflessioni sono un punto di partenza, ma allo stesso tempo uno strumento di lavoro, accompagnato da due libri che sono risultati utili a questo viaggio, il nostro AllenaMente e Cyberbulli al tappeto, il primo legato alla consapevolezza di se stessi, il secondo alla consapevolezza delle azioni, che hanno il vantaggio di essere stati pensati direttamente per i ragazzi e bambini, e riescono in questo modo ad aprire un canale di comunicazione davvero interessante.
Un viaggio che è solo all’inizio e che ci vedrà in giro per l’Italia in altri Centri di Supporto Territoriale e in nuovi incontri di formazione e di gioco. Un viaggio per provare a rispondere a chi chiede strumenti operativi, con il nostro piccolo contributo, un pezzo di un puzzle che va a completare un percorso più ampio sulla prevenzione e poi sulla gestione delle dinamiche legate al bullismo e al cyberbullismo.
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